Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: cultura

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 37 occorrenze

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ragione e di arbitrio fantastico, non fa presa sulla realtà e non risolve il problema, che ora emerge come essenziale, della cultura o dell’esperienza

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dalla Chiesa. La cultura è una via di salvezza, ma tutta l’umanità deve salvarsi, non soltanto i dotti. Bisogna dunque che la cultura penetri in

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far nulla per ottenerla: tutto lo sforzo umano, tutta l’esperienza accumulata e maturata nel, tempo, la cultura infine, sono privi di scopo. Gli uomini

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La prima opposizione al formalismo tardo-manieristico si manifesta come opposizione alla cultura romana da parte di una cultura «lombarda» o più

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tipi di edifici religiosi pubblici e privati in rapporto alle diverse funzioni e alle richieste di una clientela sempre più differenziata per cultura

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più avanzata cultura romana, è la rivalutazione integrale della cultura classica e del Rinascimento: era dunque inevitabile il richiamo a Michelangiolo

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elaborati dalla grande pittura del Cinquecento, ma di riproporre in toto il problema del valore della cultura. Le prime opere bolognesi - Macelleria

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verità oggettive della natura e della storia. Perché, allora, rievocare il mondo d’immagine della cultura classica? Perché l’antichità è, per

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protagonisti della pittura del secolo; secondo, che l’uno e l’altro si opponevano nettamente alla cultura manieristica romana; terzo, che l’ideaiismo

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manierismo romano una fresca corrente di colorismo veneto. Dipendono infatti dalla cultura pittorica lombardo-veneta, risentono del Lotto, del Savoldo, del

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non si accontenta più di opporre la cultura settentrionale alla cultura romana, porta la guerra nel campo avversario. I manieristi imitano Michelangiolo

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vertici opposti della cultura artistica europea del Seicento: a Rembrandt, in Olanda, a Velazquez, in Spagna. Non si dimentichi che lo sviluppo della

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corte degli Asburgo, dove può vedere il nucleo più rappresentativo dei tardi dipinti di Tiziano. L’Italia gli appare come un immenso museo; la sua cultura

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È inutile chiedersi in che modo sarebbe cambiata la cultura figurativa romana se, nel 1608, Rubens non fosse tornato ad Anversa, ma fosse rimasto

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Uffizi, e Dirk Theodor van Baburen (1595 c.-1624), importante tramite tra cultura romana e il grande olandese Vermeer. Il tedesco Adam Elsheimer (1578-1610

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L’orizzonte della cultura ufficiale romana, che col Domenichino andava sempre più restringendosi a un accademismo neoraffaellesco, si riapre con l

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controriformistico, rivaluta tutta la cultura come storia del riscatto ideale dell’umanità.

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Non solo nel Bernini ma in tutta la cultura del secolo alla prospettiva universalistica e ottimistica fa riscontro l’angoscia di una realtà ben

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religioso dell’ascetismo pratico del Borromeo; anche il Borromini, a Roma, si fa sostenitore di una cultura settentrionale (prevalentemente palladiana) e

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costruisce con quel che di meglio ha in sé, non importa se nella sua cultura o nella sua fantasia; e che esprime soltanto questa difficile scelta del

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sopra del tempo, come espressione di una spiritualità che può essere di ogni uomo, quale che sia la sua cultura.

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il problema nei termini di una cultura specificamente artistica, ad una questione di stile e di gusto. Toscano di nascita e di formazione, quando

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complesso, complicato, coinvolge cultura classica e allegorie religiose, episodi mitologici e concetti emblematici: ma quel che si dà allo spettatore

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dominante è senza dubbio quella di NICOLAS POUSSIN l’artista che nella cultura classica non vede soltanto un modello formale, ma il fondamento d

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giorno di più perde il senso della concretezza morale e dei valori non conserva che la sembianza: il centro della cultura, come quello della politica

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del Van Laer. Non è interesse, ma semplice curiosità sociale; e tuttavia, con questa pittura, un filone di cultura nordica, olandese penetra

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liberato dal carcere, dando un’interpretazione del Caravaggio che sarà fondamentale per lo sviluppo della cultura napoletana. La luce non estrae dalle

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significato profondo alla forma urbana, di caratterizzarla con il prestigio degli antichi e dei nuovi monumenti. Lo sviluppo della cultura figurativa barocca

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bassorilievo ellenistico; mostra di conoscere la cultura classica e i suoi significati reconditi; firmandola, si vanta accademico romano, ma anche l’antichità

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in Emilia, poi a Venezia. La base della sua cultura è la r pittura larga, d°effetto, del Guercino e del Lanfranco; ma la sorgente da cui trae l’impeto

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» (Salerno). E fanno di lui, più per le sue idee che per la qualità dell'arte, uno dei nessi essenziali tra l'Italia e la cultura artistica del resto d

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Una cultura artistica europea (nel secolo in cui si forma l’Europa politica moderna) non poteva nascere che dalla confluenza delle due grandi

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), il maggior esponente della cultura artistica genovese alla partenza dello Strozzi per Venezia. Dalla, sua) bottega esce VALERIO CASTELLO (1624-1659

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, in un momento in cui la questione della tecnica sta ponendosi come fondamentale per la cultura europea, due concezioni etico-religiose antitetiche

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celebre, anche presso qualche corte straniera, come abile scenografo e progettista di apparati cerimoniali. Ha una cultura architettonica europea; l

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’arte neoclassica. Si afferma che è gelida, intellettualistica, tutta cultura. Ma così ha voluto l’artista che si è imposto come un dovere il dominio del

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francese, Ingres, che proprio in quegli anni, a partire dal 1806, andava formando a Roma, non senza l’influenza profonda del Canova, la propria cultura

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